“Insegnare è toccare una vita per sempre”, afferma una celebre frase, e proprio l’insegnamento è stato al centro dell’incontro formativo dei docenti, tenuto l’8 settembre 2017, da padre Antonio Coppola, Rettore del Santuario di Nettuno, nell’aula multimediale dell’Istituto Santa Lucia Filippini in Nettuno, davanti ad un gremito uditorio, formato da tutti i Docenti non solo dello stesso Istituto, ma anche da quelli della Scuola di Anzio e della Casa del Sole.
Nella sua relazione, il sacerdote ha approndito due brani tratti dal documento del Magistero:
“Il laico testimone cattolico della fede nella scuola”. L’insegnamento, anche secondo il carisma dei Fondatori, nella realtà cristiana, si ispira al lieto annuncio del Vangelo: Dio ci ama, si prende cura di noi e ci fa comprendere che tutto passa, ma l’amore è la realtà più grande e duratura. Affinché l’annuncio sia efficace non bastano le parole, non sono sufficienti discorsi che rimangono teoria, ma diventa fondamentale la preminenza della condotta per dimostrare con la propria vita ciò che si afferma.
L’insegnamento deve, perciò, essere prima di tutto testimonianza, “promozione culturale e umana della persona”. L’uomo che si accosta a Cristo diventa più uomo e la sua promozione avviene in tutte le sfaccettature. Quanto più l’educatore vive il modello che presenta come ideale, cioè Cristo, tanto più sarà credibile e imitabile dall’alunno. Insegnare è exducere “ portare fuori le proprie potenzialità”. A tale scopo è necessario operare in sintonia, condividendo gli obiettivi comuni, accrescendo la propria motivazione interiore e l’entusiasmo nell’affrontare le difficoltà della crescita educativa. Se, infatti, il compito di ogni scuola è promuovere culturalmente l’allievo, quello dei nostri Istituti cattolici è farlo alla luce dei valori evangelici, ricordando sempre di operare col cuore. Nessuno può dare ciò che non ha: pertanto non basta conoscere il Vangelo o i principi della Teologia, bisogna educare con la vita, incarnandoli. Solo così il messaggio può passare e dare frutto.
L’elemento più importante nel compito educativo rimane l’uomo e la sua dignità morale.
P. Antonio ha ribadito che il mondo non ha bisogno di maestri della cultura, ma di testimoni credibili, che trasmettano i valori attravero le proprie scelte quotidiane e lo stile di vita. Per educare efficacemente è necessaria anzitutto la vocazione: l’educazione, infatti, è prima di tutto una chiamata; se essa viene meno, l’insegnamento diventa un ripiego, un lavoro privo di passione. L’educatore cattolico prepara il giovane anche al suo inserimento nella società, sviluppando in lui la resilienza verso gli ostacoli della vita per attuare “la civiltà dell’amore”.
I docenti, non devono non dimenticare mai che essere insegnante è “un grande dono”.