Roma, 18 marzo 2017
Nella sede provinciale delle Maestre Pie Filippini di Roma, in una sala gremita di docenti provenienti da varie parti d’Italia, si è tenuto l’incontro annuale nazionale per gli insegnanti.
Don Gaetano d’Agata ha proposto un percorso di riflessione sul tema:
“L’arte educativa e la scuola come laboratorio di accoglienza e solidarietà”.
Educare significa prima di tutto “mettere passione in ciò che si fa”.
Ci domandiamo: Perché l’educazione è un’arte? E chi è l’artista? L’artista è colui che ha un profondo sentire che avverte dal di dentro, è colui che unisce amore e coscienza, che ha consapevolezza di ciò che fa. Nulla si può fare senza essere animati da una grande passione e la professione del docente la esige. È il mestiere più bello, ci impedisce di invecchiare e di chiuderci in noi stessi; porta con sé la gioia del riproporsi in modi sempre nuovi, di rinascere coi nostri ragazzi. L’educazione mette in moto la capacità di produrre ciò che possediamo e rivelarne la bellezza. L’arte è bellezza, l’insegnamento è bello. L’educazione è un’arte solo se è in grado di rivelare la bellezza di una persona, se ne fa riflettere il volto. Porre al centro le persone, significa aiutarle ad esprimersi e realizzarsi. L’arte educativa rischiara e fa risaltare il volto. Di solito siamo ansiosi di una progettazione ideale, ci preoccupiamo della programmazione e dimentichiamo che la scuola è prima di tutto un laboratorio di vita, del quale dobbiamo sentirci partecipi.
Per realizzare un buon laboratorio, però, sono necessarie alcune condizioni:
Essere: significa donare con il nostro respiro e la nostra persona: ciò che conta è chi siamo in quanto educatori.
Fare: dalla consapevolezza del proprio essere deriva la comprensione del proprio agire. Fare vuol dire essere attivi, avere lo stimolo dell’insegnamento.
Dire: la parola dice qualcosa se nasce da un agire che non tradisce la persona. “Il pensiero pensa ciò che la parola esprime e la vita realizza”.
Occorre, infine, essere credibili e affidabili: gli altri hanno il diritto al meglio di noi.
Alla relazione sono seguiti gli interventi di alcuni docenti, di varia provenienza, che hanno testimoniato la passione educativa nello svolgere il proprio lavoro e la voglia di migliorarsi sempre. È stato bello constatare la familiarità e l’accoglienza che si respira tra i colleghi in tutte le Scuole che portano il nome di Santa Lucia Filippini, segno evidente che essi condividono il carisma dell’Istituto.